mercoledì 9 aprile 2014

Curiosa riflessione di uno dei protagonisti sulle differenze fra case russe e statunitensi

(pag.109-110) “Lo stabilimento si trovava nella periferia sud di San Pietroburgo, e le sue ciminiere e i magazzini occupavano una grande area sulle rive del Baltico. Molti operai vivevano in baracche nel comprensorio della fabbrica, altri al suo interno e dormivano per terra accanto alle macchine. Ecco perché c’erano tanti bambini che scorrazzavano nei reparti.
Grigorij era tra coloro che abitavano all’esterno dello stabilimento. Sapeva che in una società socialista le case per gli operai sarebbero state progettate contemporaneamente alle fabbriche; invece l’abborracciato capitalismo russo lasciava senza tetto migliaia di persone. Grigorij era pagato bene, ma abitava in una sola stanza, a mezz’ora di cammino dalla fabbrica. A Buffalo gli operai alloggiavano in case con elettricità e acqua corrente. Gli avevano raccontato che qualcuno disponeva anche di un telefono personale, ma gli era sembrato ridicolo: come dire che le strade erano lastricate d’oro.”

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