domenica 6 aprile 2014

La “gabbia”

(pag.30) “Sul lato opposto osservò l’argano che faceva girare le grandi ruote sovrastanti. Getti di vapore sfuggivano dal macchinario e i cavi sbattevano dentro le guide con rumori simili a colpi di frusta. Si sentiva odore di olio bruciato. Quando la gabbia vuota arrivò sferragliando, l’ingabbiatore addetto all'imboccatura tirò indietro la grata. Rhys Price entrò nella gabbia seguito dai due ragazzi e poi da tredici minatori: la capienza era infatti di sedici uomini. L’ingabbiatore richiuse rumorosamente la grata.
Ci fu un momento di pausa in cui Billy si sentì vulnerabile. Il pavimento sotto i piedi era solido, ma lui sarebbe potuto scivolare facilmente tra le sbarre molto distanziate. La gabbia era appesa a un cavo d’acciaio, tuttavia neppure quello era completamente sicuro: tutti sapevano che un giorno del 1902 a Tirpentwys si era spezzato il cavo portante e nella gabbia precipitata in fondo al pozzo erano morti otto uomini. […]Il suono del campanello segnalò che il caricatore aveva chiuso la grata in fondo al pozzo. L’ingabbiatore tirò una leva e suonò un diverso campanello. Si udì un sibilo del motore a vapore, seguito da un altro colpo secco.
La gabbia piombò nel vuoto.
Billy sapeva che scendeva in caduta libera per poi frenare in tempo per un atterraggio morbido, ma nessuna informazione preventiva l’aveva preparato alla sensazione di precipitare nelle viscere della terra. Mentre i suoi piedi si sollevavano dal pavimento, non riuscì a trattenere un urlo di terrore.”



[foto: m.wired.it ]

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